3 buoni motivi e uno ottimo per usare i mezzi a Milano.

Il primo è questo. Ed è banale, mi rendo conto.

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Piccolo incidente in piazza Sire Raul. Nessun ferito, ma forse così è anche peggio: seguiranno ore di Io-venivo-da-destra e Io-avevo-la-freccia, infattualmente accompagante da gestacci e brontolii, poi da compilazione di constatazioni amichevoli e telefonate all’assicurazione. Una perdita di tempo, di buon umore, di carità cristiana. Chi gira in auto, in moto o in scooter rischia incidenti e accidenti vari. Diamine, mi spiace dirlo ma neppure la bici è esente da rischi.

La secondVia-Lessona-Parcheggio-selvaggio-2a ragione è il tempo. Ieri l’altro, da Loreto a Udine, alle sette di sera mi ci sono voluti quasi 40 minuti. 40 minuti, ok? In metro sono tre fermate, quindi circa 7 o 8. E, ricordando il punto 1, senza contare i possibili incidenti. Dite che anche la metro si guasta e fa ritardo? Vero, ma almeno non dovete posteggiarla. Il parcheggio in città non è sempre così, è vero. Ma quasi.

 

La terza buona ragione è puramente economica: io in Palmanova ho preso sei multe. Sei. CI sono i ricorsi, ok. Ma… Sei multe? Più o meno tutte di un centinaio di euro. Sapete quanti biglietti ci prendo, con quei soldi?

Infine: l’ottima ragione. Non ha un nome e un cognome, ma un taglio di capelli ricercato, collant e orecchini a pendaglio. Almeno oggi è così. Domani potrebbe essere rasata. Oppure avere le lentiggini. Magari un po’ di ombretto, fuori sesto perché messo di corsa sulla banchina di attesa. E magari è un amico. Uno che non vedo da un po’. Uno che venti minuti di metro bastano appena a riscambiarci i numeri e prepararci per una birra, stasera o quando sarà. Sui mezzi c’è la gente. O la ggente, come scrive qualcuno.

Comunque quelle cose lì: due gambe, un cappotto, condensa dalla bocca. Umanità.